Effetti sulle aziende (stress lavoro-correlato)

Gli effetti stress lavoro correlato si ripercuotono anche sulle Aziende, o meglio, sulla produttività aziendale, pertanto “pensare” allo stress lavoro correlato come a un problema solo del lavoratore è un errore che può costare caro sia in termini economici sia in termini legali, visto, per altro, che la legge dispone anche delle sanzioni (civili e penali Dlgs 81/2008) per i datori di lavoro inadempienti.
Il frequente assenteismo, per esempio, determina inevitabilmente un calo della produttività aziendale, ma anche da un punto di vista qualitativo l’Azienda subisce un arresto.
Come sappiamo, infatti, tra gli effetti dello stress lavoro correlato sui lavoratori vi è anche quello della disattenzione.
Tale effetto correlato allo stress in ambito lavorativo porta il lavoratore a compiere una serie di errori, più o meno gravi.
Gli errori richiedono un rimedio.
Il rimedio richiede un ulteriore impiego di tempo e risorse.
Di fatto, quindi, la valutazione del rischio stress lavoro correlato, oltre a essere un obbligo (art. 29 del D lgs 81/08), è un vera e propria opportunità per le Aziende.
Attraverso la valutazione del rischio stress le Aziende possono comprendere su quale settore e/o ambito intervenire per prevenire eventuali situazioni di stress con notevole risparmio di tempo e denaro.
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Stress lavoro correlato, definizione e significato

La parola stress, la cui definizione si ricava dal Latino strictus e che significa “legare, stringere” , ha generalmente una connotazione negativa nell’immaginario collettivo.
L’idea che tale parola evoca è infatti quella di qualcosa di fastidioso, nocivo, ha pertanto una connotazione intrinseca negativa assimilabile a quella che parole come ansia, tensione e malessere diffuso evocano.
Anche in settori che nulla hanno a che vedere con la Sicurezza sul lavoro viene utilizzata questa parola con, tuttavia, accezioni molto simili.
Con stress, infatti, nel campo della Fisica si intende indicare il fatto che alcuni metalli vengono sottoposti a “prova di resistenza”.
La prima volta che fu utilizzato il termine stress fu in campo medico scientifico dallo studioso H. Selye.
Nel lontano 1936 il fisiologo utilizzò il termine stress all’interno di una Ricerca come sinonimo di “ risposta” di alcuni organismi dopo essere stati sottoposti alla somministrazione di sostanze pericolose.

Di per sé, quindi, il termine “stress” non indica necessariamente qualcosa di negativo ma, invece, la “naturale” risposta di un organismo messo dinnanzi a una fonte di pressione.
Pertanto con stress lavoro correlato si intende quella situazione che, solo in ambito lavorativo (non già personale), richiede al lavoratore la capacità di affrontare un evento particolare come può essere la gestione quotidiana degli impegni lavorativi, il relazionarsi con i propri colleghi ecc.
Tra le cause più frequenti che determinano l’insorgenza dello stress correlato al lavoro:
  • incapacità di comunicazione da parte del management
  • ricoprire un ruolo inadatto alle proprie capacità e inclinazioni
  • lavorare in un ambiente dove le attrezzature risultano non idonee
  • il mobbing
  • eccesiva focalizzazione dell’Azienda solo sugli obiettivi da raggiungere
Esistono alcuni sintomi di stress lavoro correlato che tuttavia, vista la loro genericità, è opportuno siano verificati e monitorati da personale preparato.

Che cos' è la fobia sociale

La fobia sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura di essere giudicati negativamente in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un’attività. Tipicamente le persone che soffrono di questo disturbo temono di poter dire o fare cose imbarazzanti e di esser giudicati ansiosi, impacciati, stupidi, deboli o “pazzi”.
Questi timori possono essere presenti solo in alcune situazioni sociali (fobia sociale specifica) o nella maggioranza di esse (fobia sociale generalizzata).
Per non provare disagio, chi ha questo disturbo cerca in tutti i modi di evitare le situazioni sociali e, quando è costretto a parteciparvi, si sente imbarazzato, impacciato, affaticato e desideroso di andare via.
Tale disturbo è piuttosto comune: gli studi scientifici indicano che colpisce tra il 3% ed il 5% della popolazione generale, in particolare donne. Poiché chi soffre di fobia sociale difficilmente richiede aiuto agli specialisti perché sottovaluta il suo problema o se ne vergogna, è probabile che tale disturbo sia ancora più diffuso di quanto indicato dalle ricerche.
Generalmente la fobia sociale compare più o meno bruscamente nell’adolescenza, intorno ai 15 anni, dopo un’infanzia caratterizzata da inibizione e timidezza. In seguito tende a mantenersi nel tempo, con variazioni di gravità legate agli eventi di vita.