Buone Feste!


 " A Gesù Bambino "

di Umberto Saba

La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!

Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.

Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.

Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.

Sentenza equipara MEDICO e PSICOLOGO


La Corte Costituzionale, con la Sentenza n. 321 del 25 Novembre 2011, definisce come equiparabili i profili professionali di medico e psicologo per ciò che riguarda la direzione dei SerT.
La Sentenza ha quindi valutato illegittimi gli art. 5, 11 e 13 della Legge della Regione Puglia n. 27/1999 che invece li riservava alla sola figura del medico.
In particolare si legge:  “Non si ravvisa infatti alcun motivo per cui il profilo professionale del medico sarebbe più adatto di quello dello psicologo per dirigere una struttura basata sulla convergenza delle due diverse professionalità (…) ai fini del pieno recupero delle persone tossicodipendenti”.Qui potete scaricare la Sentenza integrale

SCHEMA THERAPY

La Schema Therapy, ideata e sviluppata dallo psicoterapeuta newyorkese Jeffrey Young, è un approccio terapeutico innovativo che integra ed amplia la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e le teorie su cui essa si basa, prendendo spunto da diversi altri modelli teorici, quali la teoria dell'attaccamento, la teoria costruttivista, la scuola psicoanalitica e quella della Gestalt. Questo approccio terapeutico è rivolto in particolare ai pazienti affetti da problematiche ben radicate. Evidenze cliniche dimostrano come la Schema Therapy sia un trattamento efficace per i disturbi della personalità e per quei tratti patologici di personalità che spesso costituiscono un fattore di mantenimento della sintomatologia psichiatrica.

Effetti sulle aziende (stress lavoro-correlato)

Gli effetti stress lavoro correlato si ripercuotono anche sulle Aziende, o meglio, sulla produttività aziendale, pertanto “pensare” allo stress lavoro correlato come a un problema solo del lavoratore è un errore che può costare caro sia in termini economici sia in termini legali, visto, per altro, che la legge dispone anche delle sanzioni (civili e penali Dlgs 81/2008) per i datori di lavoro inadempienti.
Il frequente assenteismo, per esempio, determina inevitabilmente un calo della produttività aziendale, ma anche da un punto di vista qualitativo l’Azienda subisce un arresto.
Come sappiamo, infatti, tra gli effetti dello stress lavoro correlato sui lavoratori vi è anche quello della disattenzione.
Tale effetto correlato allo stress in ambito lavorativo porta il lavoratore a compiere una serie di errori, più o meno gravi.
Gli errori richiedono un rimedio.
Il rimedio richiede un ulteriore impiego di tempo e risorse.
Di fatto, quindi, la valutazione del rischio stress lavoro correlato, oltre a essere un obbligo (art. 29 del D lgs 81/08), è un vera e propria opportunità per le Aziende.
Attraverso la valutazione del rischio stress le Aziende possono comprendere su quale settore e/o ambito intervenire per prevenire eventuali situazioni di stress con notevole risparmio di tempo e denaro.
Contattami per ulteriori informazioni e per ricevere un preventivo gratuito.

Stress lavoro correlato, definizione e significato

La parola stress, la cui definizione si ricava dal Latino strictus e che significa “legare, stringere” , ha generalmente una connotazione negativa nell’immaginario collettivo.
L’idea che tale parola evoca è infatti quella di qualcosa di fastidioso, nocivo, ha pertanto una connotazione intrinseca negativa assimilabile a quella che parole come ansia, tensione e malessere diffuso evocano.
Anche in settori che nulla hanno a che vedere con la Sicurezza sul lavoro viene utilizzata questa parola con, tuttavia, accezioni molto simili.
Con stress, infatti, nel campo della Fisica si intende indicare il fatto che alcuni metalli vengono sottoposti a “prova di resistenza”.
La prima volta che fu utilizzato il termine stress fu in campo medico scientifico dallo studioso H. Selye.
Nel lontano 1936 il fisiologo utilizzò il termine stress all’interno di una Ricerca come sinonimo di “ risposta” di alcuni organismi dopo essere stati sottoposti alla somministrazione di sostanze pericolose.

Di per sé, quindi, il termine “stress” non indica necessariamente qualcosa di negativo ma, invece, la “naturale” risposta di un organismo messo dinnanzi a una fonte di pressione.
Pertanto con stress lavoro correlato si intende quella situazione che, solo in ambito lavorativo (non già personale), richiede al lavoratore la capacità di affrontare un evento particolare come può essere la gestione quotidiana degli impegni lavorativi, il relazionarsi con i propri colleghi ecc.
Tra le cause più frequenti che determinano l’insorgenza dello stress correlato al lavoro:
  • incapacità di comunicazione da parte del management
  • ricoprire un ruolo inadatto alle proprie capacità e inclinazioni
  • lavorare in un ambiente dove le attrezzature risultano non idonee
  • il mobbing
  • eccesiva focalizzazione dell’Azienda solo sugli obiettivi da raggiungere
Esistono alcuni sintomi di stress lavoro correlato che tuttavia, vista la loro genericità, è opportuno siano verificati e monitorati da personale preparato.

Che cos' è la fobia sociale

La fobia sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura di essere giudicati negativamente in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un’attività. Tipicamente le persone che soffrono di questo disturbo temono di poter dire o fare cose imbarazzanti e di esser giudicati ansiosi, impacciati, stupidi, deboli o “pazzi”.
Questi timori possono essere presenti solo in alcune situazioni sociali (fobia sociale specifica) o nella maggioranza di esse (fobia sociale generalizzata).
Per non provare disagio, chi ha questo disturbo cerca in tutti i modi di evitare le situazioni sociali e, quando è costretto a parteciparvi, si sente imbarazzato, impacciato, affaticato e desideroso di andare via.
Tale disturbo è piuttosto comune: gli studi scientifici indicano che colpisce tra il 3% ed il 5% della popolazione generale, in particolare donne. Poiché chi soffre di fobia sociale difficilmente richiede aiuto agli specialisti perché sottovaluta il suo problema o se ne vergogna, è probabile che tale disturbo sia ancora più diffuso di quanto indicato dalle ricerche.
Generalmente la fobia sociale compare più o meno bruscamente nell’adolescenza, intorno ai 15 anni, dopo un’infanzia caratterizzata da inibizione e timidezza. In seguito tende a mantenersi nel tempo, con variazioni di gravità legate agli eventi di vita.

Terapia cognitivo-comportamentale: quali disturbi cura?


Numerosi studi  hanno dimostrato che la terapia cognitivo-comportamentale è efficace nel trattamento di una vasta gamma di disagi e disturbi psicologici: la depressione, l'ansia, gli attacchi di panico, il disturbo ossessivo-compulsivo, le fobie, i disturbi del comportamento alimentare, le forme di stress post - traumatico, la dipendenza da alcol e droghe, i problemi di coppia. Alcuni clienti rimangono in terapia per un periodo molto breve, appena sei - otto sedute. In altri casi la terapia può durare alcuni mesi o poco più di un anno. Questo dipende dalla gravità del problema e dalla motivazione del cliente. 

La terapia cognitivo - comportamentale (TCC)

La terapia cognitivo - comportamentale - più comunemente nota come TCC - si focalizza sul modo in cui le persone pensano e agiscono, allo scopo di aiutarle a superare i loro problemi emotivi e comportamentali.

...la TCC è costituita da principi chiari e semplici e comporta un approccio ragionevole e pratico in grado di aiutare le persone a superare i loro problemi. Purtroppo gli esseri umani non sempre agiscono in modo ragionevole e molti ritengono che le soluzioni semplici siano a volte difficili da mettere in atto. La TCC può migliorare il vostro buonsenso e aiutarvi a compiere regolarmente e in maniera deliberata quelle scelte salutari che non sempre riuscite a fare spontaneamente. (...)

L'efficacia della TCC nella cura di numerosi disturbi psicologici è stata sottoposta a ricerca in modo molto più approfondito di qualsiasi altro approccio psicoterapeutico. Che la TCC sia un metodo altamente efficace è ormai risaputo, e la sua fama è in continua crescita. Molti studi indicano che la TCC è più utile del solo uso di farmaci per il trattamento dell'ansia e della depressione. (...)

Che cos'è la terapia cognitivo - comportamentale?


La terapia cognitivo - comportamentale (TCC) è una psicoterapia sviluppata negli anni '60 da A.T. Beck ed oggi adottata nella pratica clinica dalla maggior parte degli psicoterapeuti (ancora molto poco dagli psicoterapeuti del sud Italia). E' una terapia strutturata (si articola secondo una struttura ben definita, benchè non in maniera rigida, per assicurarne la massima efficacia), direttiva (il terapeuta istruisce il cliente ed assume attivamente il ruolo di "consigliere esperto"), di breve durata (cambiamenti significativi sono attesi entro i primi sei mesi) ed orientata al presente (è volta a risolvere i problemi attuali). Essa è finalizzata a modificare i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del cliente, producendo la riduzione e l'eliminazione del sintomo e apportando miglioramenti duraturi nel tempo.
La TCC è una terapia adatta al trattamento individuale, di coppia e in gruppo, e funziona a prescindere dal livello culturale, dalla condizione sociale e dall'orientamento sessuale del paziente.

REBT TERAPIA COMPORTAMENTALE RAZIONALE EMOTIVA


Nella metà degli anni '50 Albert Ellis, osservando il percorso terapeutico dei suoi pazienti, giunse alla conclusione che la terapia procede più velocemente ed in modo efficace, se l'attenzione del terapeuta è centrata sul sistema di credenze e convinzioni del paziente (belief sistem) e pensò di strutturare un metodo per questo, oggi noto col nome di terapia razionale emotiva comportamentale. Il presupposto da cui parte Ellis e che, se noi riusciamo a pensare in modo "razionale", la forza traumatica di qualunque evento si svuota del suo potenziale ansiogeno. Infatti varie forme di disagio psicologico ed emotivo non vengono determinate dalle caratteristiche dell'evento attivante in sè, ma dai pensieri, spesso distorti e irrazionali, per mezzo dei quali lo interpretiamo e gli assegniamo un significato esageratamente disturbante.Quindi, non sono gli eventi di per sè a creare sofferenza emotiva, ma il significato che diamo a tali eventi. Modificare le credenze irrazionali circa questi eventi significa modificare anche le conseguenze, generandone altre più funzionali e non disturbanti per l'individuo. La creazione di una filosofia efficace nella quale le credenze irrazionali sono state sostituite da quelle razionali è il risultato che si prefigge di ottenere la REBT.  

Internet Addiction disorder ed il legame tra la rete e l’identità personale

La dipendenza da internet è una forma di dipendenza emergente negli ultimi anni nei paesi industrializzati che si sta aprendo la strada con una velocità crescente in seguito al massiccio incremento nell’uso delle nuove tecnologie nell’agire quotidiano dell’essere umano.

Proprio perché è un fenomeno nuovo, non vi è ancora una letteratura molto ricca sul tema.

Per il momento la dipendenza da internet viene confrontata rispetto alle conosciute forme di dipendenza (in  particolar modo a quella relativa all’uso di sostanze) in quanto simili sono i sintomi che portano alla sua diagnosi.