- il telefono è diventato "un'estensione di se stessi", al punto che è possibile parlare di un "sé connesso" o "iSelf";
- le persone che soffrono di no mobile phobia hanno l'impressione di aver perso una parte di sé, il che "può avere un impatto negativo sulle loro performance mentali".
Il cellulare: un'estensione di sé
Empatia o contagio?
Psicofarmaci – Indicazioni
- Gli ansiolitici, i cosiddetti tranquillanti (es. Ansiolin, Valium, Xanax, Lexotan, Tavor, ecc.).
- I sonniferi e ipno-inducenti (es. Dalmadorm, Felison, Roipnol, Halcion, Minias, Stilnox, ecc.).
- I tradizionali antidepressivi triciclici (es. Anafranil, Tofranil, Surmontil, ecc.).
- Gli antidepressivi non triciclici, i cosiddetti SSRI (es. Prozac, Zoloft, Sereupin, Seropram, Seroxat, ecc.).
- Gli altri antidepressivi, con azione noradrenergica e non solo (es. efexor, cymbalta, xeristar, remeron, davedax, ecc.).
- Gli stabilizzanti dell’umore (es. Carbolithium, Depakin, Tegretol, Neurontin, Rivotril, ecc).
- I neurolettici tradizionali (es. Haldol, Serenase, Largactil, Melleril, Nozinan, ecc.).
- I neurolettici atipici di nuova generazione (es. Risperdal, Zyprexa, Belivon, Seroquel, Leponex, ecc.).
- L’iperico, valido sostituto degli psicofarmaci nei casi di depressione lieve o moderata.
- La valeriana, un valido prodotto naturale con dimostrata efficacia sedativa e ipnoinducente.
- I Fiori di Bach, un rimedio naturale a nostro parere non indicato e senza efficacia sperimentalmente dimostrata.
Panoramica sugli Psicofarmaci
- ansiolitici;
- antidepressivi;
- antipsicotici;
- stabilizzanti dell'umore.
SAPER ASCOLTARE!
Più empatici e recettivi: l'ascolto educativo
Saper ascoltare.
Si dice che gli adulti debbano ascoltare i bambini e i ragazzi. Sembra facile ma non lo è. C'è infatti un modo superficiale di ascolto che non è sufficiente e che a volte porta fuori strada.
Gli impedimenti ad un buon ascolto.
Quali sono i motivi che ostacolano un buon ascolto degli adulti nei confronti dei bambini, dei figli o degli alunni? Possono essere di diverso genere: pratici, dipendenti dallo stile di vita, o psicologici, collegati alle caratteristiche individuali, alle attese e alle convinzioni personali. I motivi pratici sono in gran parte collegati ai ritmi di vita degli adulti, agli impegni di lavoro, agli spostamenti, al traffico. Siccome andiamo di fretta, tendiamo a semplificare, a interrompere e a interromperci.
Parliamo a telefono con persone non presenti e abbiamo poco tempo per ascoltare chi abbiamo di fronte. Seguiamo i nostri tempi che sono diversi da quelli dei bambini, i quali, per poter comunicare, hanno bisogno di tempi più rilassati, di sentire che c'è una reale disponibilità all'ascolto. Tant'è che a volte, quando sentono che questa disponibilità non c'è, che l'adulto ha sempre la mente altrove, smettono di chiedere e a volte anche di parlare. Molti mutismi dei figli, nell'infanzia come nell'adolescenza, sono dovuti alla sensazione che sia inutile parlare.
Altri fattori che interferiscono con un buon ascolto riguardano le problematiche psicologiche degli adulti, meno evidenti della fretta e della distrazione ma non meno importanti.
Modi in cui si può svalutare la conversazione di un bambino, ma non solo:
- non rispondendo alle sue domande;
- banalizzando ciò che dice o prendendolo in giro per errori e inesattezze;
- distorcendo il significato di ciò che dice;
- sviando il discorso oppure prendendo alla lettera le sue parole senza "leggere" invece ciò che si nasconde dietro alle parole e senza tener conto del momento e del contesto in cui vengono pronunciate;
- interrompendolo di frequente;
- rispondendo al posto suo senza lasciargli il tempo di farlo (il messaggio implicito è "non sai", "non sei capace", "potresti dire una sciocchezza").
Riferimenti bibliografici: Oliverio Ferraris A. (psicologa e psicoterapeuta, autrice di numerosi saggi), letture varie.